I tuoi pietrosi silenzi
la bambola di Kafka
le note
anche quelle che mi hai dato
il tuo stare al gioco
la mia autocensura.
Potresti smetterla ormai
di guardarmi con quella faccia
tra l’incredulo, il furioso e l’indignato,
il cuore ce l’ho
so stare al mio posto
anche dopo il ventunesimo piano.
Quant’era bella, però, New York…
“Ricordi?”
Ti ricordi quel gioco da bambini in cui uno scriveva o disegnava con le dita sulla schiena dell’altro?
Ecco… vorrei sentire i tuoi polpastrelli percorrere la pelle della mia schiena mentre rimango con gli occhi chiusi ad ascoltare i desideri che mi crei.
(#illibrochenonc‘è)
(Talantbek Chekirov, “A new morning”)
red clouds
“Alors”
-Potrei farti innamorare…
.Non ce n’è bisogno.
-Perché? Lo sei già?
.Sì
-Chissà chi ha avuto questa fortuna! (Sarà sicuramente un ricchissimo snob).
.No, non credo proprio che sia ricchissimo e sicuramente non è
snob. Credi davvero possa innamorarmi di uno snob?! Davvero lo credi?
– No, hai ragione. Scusami. Allora sarà bellissimo.
.De gustibus…
-Insomma, ma allora?!?
.”Allora la moglie di alloro” si dice ancora?
-Ahahah! Così innamorata da matrimonio?
.Chissà, ma dovresti laurearti.
-Sono già laureato e lo sai. Cosa vorresti dire allora?
. Vorrei dirti che allora, oltre a produrre incantevoli melodie,
potresti provare ad ascoltar bene le mie stonature.
(#illibrochenonc‘è)
(ph: Vadim Stein)
“Bla bla la la la la”
“You”
Nel buio
come pensiero
ultimo
tra le lenzuola
primo
sul cuscino
a precedere fessure di luce
entri in testa.
“Intitolata”
Tuono
su quel fulmine
che mi si squarcia in petto
diluvio
sulle tue albe
infiocchettandole come posso
e vorrei esserti indifferente
per non mancarti mai.

“21° pi@no”
Salire con te
al 21° piano
è stato un attimo
e fiato sospeso
e vertigini
e desiderio
una stanza
buia
accesa
su pareti
dal panorama provocante
e tu
…
TU
un vero schianto…
… e io
e il mio filo spinato
e il muro
di quel bellissimo gioco
che dura poco
e che non vorrei smettere
di sentire.
(“21° piano”, E.A.)
ph: Brooke Shaden

Who
“Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?”
(W. Shakespeare, “Romeo e Giulietta”)
(Talantbek Chekirov)
“Potremmo ricamarci addosso”

laggiù sul fondo, in fondo
mi scopri
mentre calci
fondi di bottiglia prosciugati,
riflessi taglienti
di dettagli scottanti.
E spargiamo frattaglie,
briciole, rimasugli sbiaditi
di balli sballati.
Ci ascoltiamo
fino a sbadigliarci
gli sbagli,
fino a regalarci
spiragli che…
… ci saliresti su quell’arco
fino al 40° e passa
parallelo nord?
Potremmo
ricamarci addosso
l’abbraccio
e il bacio
di Klimt.